PNRR: gli obiettivi del Digital Compass 2030
L’Europa si è data un obiettivo ambizioso: trasformare il decennio in corso nel “decennio digitale” attraverso l’esecuzione del programma Digital Compass 2030. L’iniziativa mira a colmare le lacune tecnologiche degli Stati membri e a costruire una società digitale resiliente e prospera.
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Cos’è il Digital Compass 2030?
Che il Digital Compass possa essere considerato una “guida” si può intuire dal fatto che i punti principali del programma sono stati denominati “punti cardinali”, alla stregua di una mappa da seguire. Il “2030 Digital Compass: the European Way for the Digital Decade” rappresenta un passo significativo e strategico della Commissione Europea. Si focalizza sulla centralità delle competenze digitali nella politica digitale europea e propone obiettivi ambiziosi ma raggiungibili se guidati da una solida governance.
I quattro punti cardinali attorno ai quali si struttura il Digital Compass 2030 sono:
- Competenze digitali e professionisti ICT
- Infrastrutture digitali sostenibili
- Trasformazione digitale delle imprese
- Digitalizzazione dei servizi pubblici
Il progetto propone anche una serie di piani attuativi multi-paese per colmare le lacune nelle capacità critiche presenti nell’UE. Il tema centrale resta la creazione di una cittadinanza digitale, che possa dirsi equa dal punto di vista etico, in grado di concedere diritti online equivalenti a quelli offline, accesso ai servizi digitali, rispetto dei principi etici e protezione dei diritti fondamentali.
Il documento emanato sottolinea l’importanza di definire un insieme completo di principi digitali e diritti digitali, incluso l’accesso universale ai servizi internet, il mantenimento di un ambiente online sicuro e affidabile, l’accesso all’istruzione e alle competenze digitali per tutti e lo sviluppo di processi democratici e protettivi nei confronti dei minori. Si prevede anche una struttura di governance comune con gli Stati membri che si basi su monitoraggio, insight e analisi.
Le competenze digitali sono considerate fondamentali per una crescita europea e una cittadinanza consapevole, per questo motivo vengono spronati i paesi europei a rendere centrale questo tema nelle loro politiche nazionali. Viene, per questo, avviato l’Eurobarometro, che ha la funzione di monitorare la percezione degli europei sulla trasformazione digitale.
Competenze digitali e incremento dei professionisti ICT
In questo primo punto si mira a far sì che entro il 2030 almeno l’80% dei cittadini entri in possesso di competenze digitali di base e che ci siano 20 milioni di specialisti ICT impiegati in tutta l’UE. L’accesso all’istruzione per acquisire competenze digitali di base dovrebbe quindi essere un diritto per tutti i cittadini dell’Unione Europea.
L’obiettivo è creare cittadini digitalmente autonomi, responsabili e competenti e costruire una forza lavoro altamente qualificata nel settore digital. Per questo la facilitazione dell’accesso al sistema educativo è importante così come l’attuazione di politiche in grado di attirare e mantenere i talenti informatici nel Paese. Il divario digitale italiano è uno dei principali scogli che il Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale deve affrontare, insieme alla riduzione delle differenze di genere e l’analfabetismo digitale.
Infrastrutture digitali sostenibili
Per ottenere risultati tangibili è indispensabile raggiungere la massima copertura possibile entro il 2030. Prima della scadenza è necessario che tutte le famiglie dell’UE abbiano una connettività disponibile in 5G o fibra ottica per poter usufruire dei servizi digitali essenziali e partecipare alla vita cittadina.
Si mira alla produzione di semiconduttori sostenibili e alla creazione del primo computer quantistico europeo. Tramite questi obiettivi è possibile sviluppare un’infrastruttura digitale sostenibile nonché raggiungere la tanto agognata autonomia tecnologica. In questo modo sarà possibile rispondere alla vulnerabilità dello spazio digitale attraverso l’indipendenza da tecnologie straniere.
La connettività in Gigabit per tutti, la diffusione della rete 5G su scala globale e il raddoppio dei conduttori sono obiettivi chiave e costituiscono la base per ulteriori sviluppi tecnologici e vantaggi competitivi.
Trasformazione digitale delle imprese
Le piccole e medie imprese sono il cuore dell’economia dell’Unione Europea e il loro sviluppo contribuisce al risanamento dell’economia di ogni singolo Paese. Per questo uno dei punti cardinali del Digital Compass 2030 consiste nella trasformazione digitale delle imprese che si devono preparare ad accogliere tecnologie come:
- Cloud Computing
- Big Data
- Intelligenza Artificiale
Per mezzo di queste innovazioni, secondo gli esperti, raddoppierà il numero degli “unicorni” in Europa. Alle PMI deve essere fornito un supporto all’innovazione digitale attraverso la creazione di oltre 200 poli, uno strumento fondamentale per la produttività e l’efficienza operativa.
Digitalizzazione dei servizi pubblici
I servizi pubblici, entro il 2030, dovranno essere tutti disponibili online. Per far ciò la Pubblica Amministrazione dovrà abbracciare la trasformazione digitale. La digitalizzazione dei servizi pubblici rappresenta una priorità nell’ambito della strategia di trasformazione digitale dell’Italia.
La crescita della connettività ad alta velocità serve appunto a fornire una copertura omogenea su tutto il territorio per far sì che i residenti possano beneficiare di tecnologie avanzate come Fibra, FWA e 5G. In questo contesto si inserisce anche la strategia “cloud first” per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione che prevede la migrazione alla nuova infrastruttura cloud nazionale degli uffici pubblici.
La migrazione al cloud offre l’opportunità di revisionare e aggiornare i processi delle applicazioni PA ed è supportata da finanziamenti e riforme specifiche. Il passaggio al cloud è progettato per facilitare lo sviluppo di un nuovo ecosistema di prodotti e servizi per la PA.
Un’altra iniziativa chiave in questo processo è l’accelerazione dell’interoperabilità tra enti pubblici che, seguendo il principio “once only” della Commissione Europea, mira a semplificare le procedure pubbliche consentendo ai cittadini e alle imprese di fornire le informazioni una sola volta.
Infine, per rafforzare l’interazione tra cittadini e PA è previsto il potenziamento dell’identità digitale con SPID e CIE, e il miglioramento di servizi come PagoPA, mentre l’app IO, diventerà il punto di contatto digitale con la PA.
Tecnologia e diritti: l’importanza della governance
Tecnologia digitale e diritti vanno di pari passo secondo il progetto Digital Compass 2030. Questo perché le tecnologie adottate saranno costantemente aggiornate secondo le normative vigenti e che guarderanno sia alla sicurezza dei dati che alla tutela dei diritti fondamentali, quali:
- la libertà di espressione insieme a quella di accedere a fonti di informazioni diversificate, trasparenti e affidabili;
- la protezione dei dati personali e il diritto all’oblio;
- la libera attività digitale;
- la protezione della proprietà intellettuale.
Il faro di questa trasformazione sarà appunto il lavoro di governance che si occuperà di stilare obiettivi concreti e raggiungibili e di monitorare i risultati raggiunti. Le relazioni servono per individuare le azioni necessarie da intraprendere per correggere il percorso e far sì che sia verso la giusta rotta.
Il Digital Compass 2030 rappresenta una guida ambiziosa, come abbiamo visto, orientata a costruire una società digitale avanzata, resiliente e inclusiva, così come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La sua implementazione richiede la partecipazione di più attori, nonché di investimenti strategici e una governance stabile.
Il digitale è da sempre stato luogo di cambiamento e trasformazione, un luogo dinamico per eccellenza. Per questo è necessario comprendere che la rotta tracciata è indispensabile per raggiungere gli obiettivi ma che è pur sempre necessario saper costruire nuove strade lì dove è necessario.
L’innovazione digitale rappresenta una forza inarrestabile destinata a plasmare il nostro futuro entro il 2030, introducendo cambiamenti significativi in molteplici settori. La necessità di adottare un approccio flessibile e aperto diventa cruciale per affrontare le sfide dinamiche che potrebbero emergere. In questo scenario di trasformazione, Polo Strategico Nazionale emerge come un attore chiave, costantemente aggiornato e orientato al futuro, in grado di guidare la Pubblica Amministrazione verso nuovi orizzonti nel mondo del cloud.
Con un impegno verso l’interoperabilità, la piena realizzazione del principio “once only” e l’adozione di tecnologie all’avanguardia, Polo Strategico Nazionale si pone come un catalizzatore per l’evoluzione della PA, preparandola ad affrontare con successo le sfide e sfruttare le opportunità che l’era digitale continua a presentare.